martedì 1 marzo 2011

A scuola di mitologia - 1


Iniziamo con questo post un'analisi delle difficoltà a cui l'appassionato di miti e leggende va incontro nei suoi studi, e gli errori più frequenti che rischia di commettere. Cercheremo di evidenziare le metodologie di ricerca più corrette, o perlomeno più oneste, evidenziando quali siano le necessarie cautele nel trattare il proprio materiale. Questo post è anche un manifesto di metodo e intenti del sito Bifröst.





Limiti, metodi e cautele nello studio della mitologia


Un'analisi totalmente «scientifica» di miti e leggende è impossibile. Quando abbiamo a che fare con la mitologia, qualunque ricerca, anche quella più rigorosa, non può che basarsi su schemi interpretativi imposti dall'esterno. Tali schemi introducono una certa dose di arbitrio: ciascuno studioso tenderà a mettere in luce certi aspetti a detrimento di altri, a seconda dei fini che si prefigge.


Ora, una pluralità di approcci è senz'altro benvenuta, ma vi è anche il rischio, lavorando su una materia tanto soggetta all'interpretazione, che lo studioso finisca con il piegare i dati a sua disposizione al fine di dimostrare le sue ipotesi. C'è insomma il serio rischio di fare dell'apologesi. Il ché è l'esatto contrario di una ricerca onesta e imparziale.


Il guaio è che, mancando un sistema probatorio sicuro e inoppugnabile, molti mitologi si sentono legittimati nel manipolare i loro dati, arrivando inevitabilmente alla conclusione che ritengono corretta.


Che lo studio dei miti abbia spesso basi fragili e incerte, è cosa risaputa. Anzi, è una difficoltà che fa parte delle regole del gioco. Ma se questa difficoltà ci dispensa dal dover fornire dimostrazioni inoppugnabili, non ci esonera dall'obbligo etico di applicare la massima onestà intellettuale.


In questo campo, stante che si lavora quasi sempre su ipotesi, l'incertezza la fa da padrona, e il mitologo serio è tenuto in ogni momento a dichiarare la validità delle proprie premesse: si tratta di un dato certo? di una teoria? di una interpretazione?


Sarebbe bello conoscere il preciso grado di attendibilità di ogni singola premessa: possiamo utilizzare però il buon senso, e il criterio sempre valido della massima prudenza. Sembra ovvio, ma così non è che se un ragionamento parte con tre premesse incerte, la conclusione non sarà mai un sicuramente, ma un incerto al cubo. In quanti libri, anche di vasta diffusione, l'autore parte da dati costruiti ad hoc, senza tener conto della loro validità!


E dunque, date tali difficoltà di partenza, preso atto di una certa dose di arbitrio nella ricerca, è comunque sempre possibile raffinare i nostri metodi di studio, analizzando criticamente il materiale a disposizione e massimizzando la cautela nei nostri ragionamenti.




Argomento della mitologia


Lo studio della mitologia si occupa di quelle figure e racconti tradizionali che sono alla base del patrimonio culturale di tutte le civiltà, e in qualche mondo «fondanti» per la visione del mondo, la religione, le istituzioni sociali e politiche, la cultura tanto materiale quanto intellettuale di ogni popolo della Terra, nessuno escluso. Ma non è questa la sede per discutere le funzioni e la  natura del mito. Ci interessa qui stabilire quali sono gli elementi che possono essere studiati nella mitologia:




  • Personaggi.  I soggetti dei racconti mitici. Divinità, eroi, animali, mostri, con i loro tratti caratteristici, nomi, attributi e funzioni.

  • Funzioni e attributi. Elementi e ruoli caratteristici dei personaggi, trattati sia singolarmente, sia in relazione ai loro possessori.

  • Narrazioni. I racconti mitici e leggendari, sia nei loro tratti generali che nei loro addentellati.

  • Strutture. Le interrelazioni tra vicende, personaggi e funzioni.


Ognuno di questi elementi può essere trattato di per sé stesso o in relazione reciproca. Ad esempio, un racconto può essere analizzato sia prescindere dai suoi protagonisti, che in relazione ad essi. Un attributo può essere studiato come elemento a sé stante, o in relazione ai personaggi che lo detengono.

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