lunedì 3 gennaio 2011

Storia della Grande Armenia

Il nuovo anno si inaugura con un completamento: il libro primo della Storia della Grande Armenia di Movsēs Korenac‘i chiude la sua parabola dei tempi mitologici del popolo armeno con il suo capitolo conclusivo: Tigran e Aždahak. Vi si narrano le imprese del grande sovrano orontide, Tigran Mec, il Grande, alle prese contro il perfido re dei Medi, Aždahak. Ma sotto la patina pseudo-storica, affiora l’antico tema indoeuropeo della lotta dell’eroe contro il Tricefalo.


Fa inoltre la sua fugace apparizione Vahagn, l'Eracle armeno, uccisore del drago, nell'unico frammento sopravvissuto dei canti armeni precristiani.


Erknēr erkin, erknēr erkir, erknēr ew covn cirani;
erkn i covown ownēr ew zkarmrikn ełegnik;
ənd ełegan p‘ox cowx elanēr,
ənd ełegan p‘oł boc‘ elanēr.
ew i boc‘oyn vazēr xarteaš patanekik.
na howr her ownēr,
apa t‘ē boc‘ ownēr mōrows,
ew ač‘kownk‘n ēin aregakownk‘...
 

Il cielo e la terra erano nei travagli del parto,
il mare dai riflessi di porpora era anch'esso in travaglio.
Dal mare sorse una piccola canna vermiglia.
Dal tubo della canna usciva del fumo.
Dal tubo della canna usciva una fiamma.
Dalla fiamma balzava fuori un giovane fanciullo.
Questo giovane fanciullo aveva capelli di fuoco,
aveva barba di fiamma,
e i suoi piccoli occhi erano due soli...


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