martedì 20 aprile 2010

Kalevala

Abbiamo atteso un secolo preciso per tornare a trovare, in libreria, una degna edizione del Kalevala. Ma ce l'abbiamo fatta! Esattamente cento anni dopo l'uscita dell'ormai mitica traduzione di Paolo Emilio Pavolini (Remo Sandron 1910), le Mediterranee propongono al pubblico italiano una versione nuova di zecca, a cura di Marcello Ganassini.




[caption id="attachment_336" align="aligncenter" width="221" caption="Il Kalevala, Mediterranee 2010"][/caption]

Ammetto che inizialmente ero rimasto un po' perplesso, allorché avevo letto che l'annunciata traduzione sarebbe stata in prosa. Ma una volta avuto finalmente il libro tra le mani, e sfogliatolo, una graditissima sorpresa: la traduzione delle Mediterranee è in versi!


Certo, è passato un secolo dal tempo degli ottonari pavoliniani e Marcello Ganassini, più modestamente, ha svolto in poema in versi sciolti.


Ma ecco, personalmente la ritengo una scelta felicissima! Ganassini già ottimo traduttore dal finlandese per Hyperborea ha privilegiato la fedeltà del testo alla griglia metrica, offrendoci la prima versione integrale e filologica del testo lönnrottiano, il tutto senza rinunciare al senso poetico ed epico del poema.


Inoltre, cosa non meno importante, il testo è provveduto di un ottimo e puntuale corredo di note. Ganassini ha approfondito il testo a tutti i livelli e, per quanto per problemi di spazio non abbia potuto fornire una completa edizione critica (ma non è detta l'ultima parola...), ha corredato la traduzione di una serie di approfondimenti interessantissimi, che ci portano diritti nel cuore della mitologia ugro-finnica.


Se è una scommessa, è una scommessa vinta! A mia opinione, si tratta, insieme a quella del Pavolini, della miglior traduzione italiana del Kalevala, il Kalevala che non può assolutamente mancare nella libreria di ogni appassionato.

3 commenti:

  1. Che bella notizia! Grazie per la segnalazione.

    RispondiElimina
  2. Era ora! Dopo la disastrosa edizione del Cerchio, tutta scopiazzata, e pure male, una ventata d'aria fresca è un gran sollievo. La traduzione di Pavolini era un capolavoro, non si discute, ma si sentiva la mancanza di una traduzione recente, aggiornata e, a quanto dite, anche ricca di note e commenti. Corro in libreria... grazie, Bifröst!

    RispondiElimina
  3. Preso! O, meglio, prenotato.
    Ottima notizia, caro Holmgeirr, ci voleva proprio.
    Grazie per i tuoi preziosi e puntuali commenti

    RispondiElimina