mercoledì 25 febbraio 2009

Giganti, cani e sapienti ?

Jötnar hundvísir?

Procedendo nella traduzione dell’Edda di Snorri, sono incappato in questo passo:


Því næst kom Þórr í höllina ok hafði uppi á lopti hamarinn ok var allreiðr ok spyrr hverr því ræðr er jötnar hundvísir skulu þar drekka...


in cui si trova un aggettivo di cui buona parte dei traduttori sembra aver ignorato o dimenticato l’etimologia.


L’aggettivo in questione è il raro hundvíss, un composto di un altro aggettivo, víss, che da solo significa «saggio, sapiente». Questo passo di Snorri si trova nello Skáldskaparmál, precisamente nell'episodio del duello fra Þórr e il gigante Hrungnir. Proprio l’associazione con i giganti è la probabile causa di un fraintendimento che si sta protraendo da qualche generazione, perché l’aggettivo hundvíss nel brano è usato proprio per definire i giganti: Jötnar hundvísir.


La metà problematica di questa parola è il prefisso hund-, che apparentemente può derivare dal sostantivo hundr, «cane». Se così fosse, l’aggettivo assumerebbe dunque il significato di «saggio come un cane», ponendo un parallelismo del tipo gigante ↔ cane, in un'accezione negativa. Sostanzialmente questo è il significato che almeno tre autorevoli traduttori hanno attribuito all'aggettivo. Riporto sotto le traduzioni originali:





  • Rasmus Anderson (1897): At once Thor was in the hall, swung his hammer in the air, and, being exceedingly wroth, asked who was to blame that dog-wise giants were permitted to drink there...


  • Arthur Gilchrist Brodeur (1916): Straightway Thor came into the hall, brandishing his hammer, and he was very wroth, and asked who had advised that these dogs of giants be permitted to drink there ...


  • Giorgio Dolfini (1975): Immediatamente Thórr comparve nella sala e teneva levato in aria il martello e chiede chi mai ha deciso che dei cani di giganti dovessero bere colà ...


  • Gianna Chiesa Isnardi (1975): Þórr arrivà subito nella sala e roteò per aria il martello. Era assai infuriato e domandò chi mai aveva consigliato di far bere colà i saggi giganti ...


Il più esplicito è Anderson, che traduce letteralmente dog-wise, ovvero «saggi come cani». Che un aggettivo possa significare «saggio come un cane» a noi lettori moderni suona strano, anche se potremmo aspettarcelo come eventuale esito di una qualche kenning denigratoria, ma né la logica né il contesto suffragano un’ipotesi del genere.


Brodeur e Dolfini si spingono oltre e interpretano liberamente sciogliendo la definizione con il più idiomatico «cani di giganti». L'unica fra i quattro che traduce assai diversamente è Gianna Chiesa Isnardi, la quale opta per «saggi».


Chi ha ragione?


A rigore, nessuno dei quattro, tuttavia la traduzione della Isnardi è senz'altro quella più corretta.


La vera etimologia dell'aggettivo hundvíss infatti non é da hundr «cane», ma dal prefisso hund-, senza -r, una forma di hundrað, «centoventi» («cento» in tempi più recenti), usata solo in alcune parole composte con valore rafforzativo. Quindi hund-víss significa «molto saggio», «cento volte saggio», «estremamente saggio».


L'assonanza con hundr, tuttavia, non era ignorata dai parlanti scandinavi e finì per dare all'aggettivo una sfumatura negativa e inquietante che l'etimologia da sola non giustifica. Più precisamente, dunque, hundvíss si può tradurre con «malvagiamente saggio», «dai pensieri contorti», che effettivamente meglio si adatta alla vera natura dei giganti nordici: esseri estremamente sapienti in quanto antichissimi, ma spesso tremendi e malevoli e non certo dei «cagnacci» qualunque. Si pensi che giusto Hrungnir, in questo episodio, affronta Óðinn in persona in una tenzone a cavallo...


Bibliografia:
Cleasby ~ Vigfússon (1874), An Icelandic-English Dictionary.
Geir T. Zoëga (1910), A concise dictionary of Old Icelandic.

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